----- Original Message -----

From: "Per. Ind. Loris Batacchio" <batacchio.loris@NOSPAMinfinito.it>

Newsgroups: free.it.discussioni.periti-industriali

Sent: Wednesday, December 24, 2003 5:15 PM

Subject: [CNPI] Più in basso del fondo.

 

Ricordo di aver letto più di un lustro su un numero di TuttoNormel, nella
sezione dedicata alle "lettere al direttore" un parere sulle competenze dei periti
industriali elettronici in tema di impianti elettrici, definite "...infinitesimali..."

sicuramente più di quanto l'art. 16 del R.D.L. 275/29
ponesse per le limitazione dei calcoli.

Da quell'anno non ho più rinnovato l'abbonamento alla nota rivista, ma non
perchè il Direttore avesse avuto torto o ragione, ma perchè ho sempre
ritenuto i luoghi comuni, come questi, un come le carote per gli asini.

Sarebbe come dire che certi professori universitari, preferiscono dedicarsi
al commercio anzichè alle attività accademiche e professionali.
Nella realtà non è SEMPRE così: ognuno ha la propria dignità e la propria
capacità da far valere al meglio delle proprie intenzioni.

Non so descrivere esattamente cosa mi passò per la testa, ma quando lessi
quella risposta sarcastica, intravidi un modo elegante per scavalcare
addirittura la legge al fine di gettare discredito contro una precisa
categoria (quella dei periti industriali, se non si fosse capito). Questo mi
sembrò davvero intollerabile.

Alla fine, devo essere comunque grato a TuttoNormel, in quanto quella
decisione mi diede la possibilità di guardare altrove e di trovare altre
riviste di ampia trattazione elettrotecnica, con altrettanti bravi relatori
tecnici. Per par condicio menziono la rivista: L'Impianto Elettrico, edita
da Tecniche Nuove (Dir. Riccardo Bellocchio).
www.impiantinews.com

E ancora grazie al forum di TuttoNormel per aver ospitato un messaggio con
un provvedimento del Consiglio di Stato del 2002 che, altrimenti, sarebbe
rimasto nascosto negli armadi del CNPI insieme a chissà quanti altri
scheletri se il collega Guetta non l'avesse segnalato.

Il  Consiglio  di  Stato  in  sede  giurisdizionale, (Quinta Sezione)  ha
pronunciato la decisione N.3586/02 che, secondo la corretta interpretazione
fatta già dai colleghi Guetta e Bilotto, fa piombare nell'abusivismo tutti i
periti industriali che abbiano finora progettato impianti che richiedessero
il *"complicato" e quasi insormontabile* compito del calcolo delle correnti
di cortocircuito.
Non direi solo questo, ma aggiungerei che al ruolo di incompetenti si
allineino anche gli ingegneri iuniores, settore industriale, perchè,
interpretando nel modo assolutistico della decisione, altrimenti
opererebbero al di fuori dalle "procedure standardizzate" previste dal DPR
328/01.
Insomma, secondo il Consiglio di Stato, un impianto elettrico che richieda
il calcolo delle correnti di corto circuito (praticamente tutti !), deve
essere redatto esclusivamente da un ingegnere -sez. A - industriale.

Non so se ridere o piangere dalla rabbia.
Evito di divagare o entrare nel circolo vizioso delle interpretazioni del
regolamento che cita il "calcolo infinitesimale" e vado subito nel merito
della questione così come la vedo io.

Queste le mie osservazioni sul dispositivo.

Un comune pugliese affida ad un Perito Industriale ed a un geometra il
progetto di un impianto di illuminazione pubblica.

L'ordine degli ingegneri della provincia pugliese impugna al TAR la delibera
di affidamento d'incarico del Comune perchè sostiene che i professionisti
indicati NON SIANO abilitati alle attività richieste.

Una C.T.U. eseguita da ingegneri dell'ISPESL su disposizione del giudice di
primo grado, ACCERTA che un impianto di pubblica illuminazione (per le
questioni elettriche):

- è definibile un'installazione NON semlice;
- richiede la conoscenza del calcolo infinitesimale.
Pertanto, quell'impianto, secondo i giudici del T.A.R. Puglia, non poteva
essere firmato da un perito industriale ed accoglie il ricorso.

Il Consiglio di Stato rigetta il ricorso dei professionisti e del Consiglio
Nazionale dei Periti Industriali sulla sentenza di primo grado con la
decisione che conosciamo.

Queste le mie conclusioni.

1) Il C.N.P.I., pur essendosi costituito come ricorrente, non ha prodotto
alcuna controdeduzione alla C.T.U. eseguita dei tecnici ISPESL (ingegneri),
ma si è limitato ad avvalersi del patrocinio del proprio solito consulente
legale, già arcinoto anche per le sue clamorose sconfitte legali a danno dei
periti industriali, in particolare, proprio contro il TAR Puglia (Periti
Industriali edili, n.d.r.).

2) Alla luce degli eventi sopra citati, diventano "NON SEMPLICI" e
richiedenti la conoscenza del "calcolo infinitesimale" la quasi totalità
delle installazioni elettriche ed elettroniche che richiedano progetto ai
sensi della guida CEI 0-2 e, quindi, della L. 46/90, oltre agli impianti di
pubblica illuminazione.

3) Il C.N.P.I. ha vergosamente nascosto tale provvedimento, non solo ai
semplici iscritti, ma -cosa enormemente più grave- anche ai dirigenti di
categoria presso i collegi locali, ai sindacati di categoria ed agli organi
di stampa.

4) Non risultano azioni intraprese per reagire a tale assurda pronuncia, nei
modi e nelle sedi opportune.

5) Per quanto mi riguarda, io continuerò a fare la mia professione come e
più di prima, ma dopo aver inviato al mio collegio la seguente
comunicazione.

Al Presidente del Consiglio del Collegio dei Periti Industriali e dei Periti
Industriali Laureati della Provincia di _______________
via __________________
città ______________


Oggetto: autodenuncia.

Il sottoscritto, per. ind. _____________ iscritto all'albo professionale di
codesto Collegio con il numero _______, essendo venuto a conoscenza della
decisione del Consiglio di Stato in  sede  giurisdizionale, (Quinta Sezione)
n. 3586/02  che presume i periti industriali "incompetenti" a sottoscrivere
progetti di impianti elettrici, perchè richiedono il calcolo della corrente
di cortocircuito e, quindi, la conoscenza del calcolo differenziale, ai
sensi del comma d) del R.D.L. 275/29

SI AUTODENUNCIA

alla S.V. per aver svolto attività tecnica progettuale in presunta
contraddizione alla legge vigente (art. 16, comma d, R.D.L. 275/29) così
come interpretata dal Consiglio di Stato e che, fino a chiarimenti che la
S.V. vorrà fargli tempestivamente pervenire, continuerà a espletare la
propria professione con la medesima perizia e serietà che lo hanno sempre
accompagnato.

INVITA LA S.V.

a voler trasmettere la presente, per OPPORTUNA E DOVEROSA CONOSCENZA al
Consiglio Nazionale dei Periti Industriali al fine di farsi carico della
propria rappresentanza presso gli organi istituzionali per chiarire
l'incresciosa vicenda che getta nel discredito ingiustificato l'intera
categoria.


Località, data      per. ind. _______
      Firma
=============

Invito chi si trova nelle condizioni di presunta irregolarità a fare
altrettanto col proprio Collegio.
Non vedo altre strade per tutelare almeno la propria dignità.

==================
www.periti-industriali.da.ru.
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